Se spesso in passato la bontà nei film di George Clooney veniva dai suoi script, questa volta è proprio evidente. Nelle parole messe in bocca agli attori, nei risvolti di trama e nel modo in cui sono delineate le figure in gioco si misura il piacere indubbio di vedersi scorrere davanti Le Idi di Marzo, film che – come spesso capita agli attori quando fanno i registi – è tutto giocato sulle interpretazioni.
Lo si capisce da subito quando Mike Morris, candidato alle primarie democratiche, sostiene un dibattito con il suo avversario principale. I due argomentano colpo su colpo e a scontro finito, quando è il momento degli applausi, dietro le quinte Paul Giamatti e Phillip Seymour Hoffman si scambiano uno sguardo che spiega tutto: è la prima volta che li vediamo e già abbiamo capito. A scontrarsi sono stati loro due, i responsabili delle due campagne, quelli che hanno scritto i due discorsi e curato le immagini dei due candidati. Una r...
[Venezia 2011] Questa volta, la politica Clooney la prende di petto, invece che girarci intorno, e il risultato lo premia decisamente...
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