La Legge della Notte
di Ben Affleck
2 marzo 2017
Cappottone e capello in testa Ben Affleck porta negli anni ’20 il suo cinema in cui crimine e legalità si scambiano i ruoli. Quella di La Legge della Notte è infatti di nuovo una storia in cui si sovvertono i consueti termini, i criminali sono corretti e i poliziotti corrotti, il mondo della mafia viene vissuto dal protagonista con le ferree regole dell’imprenditoria, quello della legalità è invece dominato dalle regole della corruzione.
La storia è vera ma non sembra proprio, è un drammone umido che dopo un inizio pieno di rapine, insulti ai boss mafiosi, regolamenti di conti e un incredibile rapporto padre-figlio (il primo è uno dei capi della polizia e il secondo un fuorilegge), si rifugia in Florida e cambia, diventa un film di salotti, amori proibiti e tentativi di salvezza.
La storia è vera ma non sembra proprio, è un drammone umido che dopo un inizio pieno di rapine, insulti ai boss mafiosi, regolamenti di conti e un incredibile rapporto padre-figlio (il primo è uno dei capi della polizia e il secondo un fuorilegge), si rifugia in Florida e cambia, diventa un film di salotti, amori proibiti e tentativi di salvezza.
È la solita storia di una vita violenta che non ti molla quando vuoi mollarla tu, di un animo corrotto che si fa strada verso un’impossibile redenzione, eppure non c’è niente di quel cinema pazzesco, sec...
Nel solito mondo dei film di Ben Affleck nulla funziona più. La Legge Della Notte unisce in sè diverse tipologie di film e non riesce a farne una virtù
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