La definizione “film d’interpretazioni” è, nella sua semplicistica superficialità, la definizione più immediata che Beautiful Boy del belga Felix Van Groeningen possa trovarsi cucita addosso. Basato sulle memorie di David e Nic Sheff, il film – presentato recentemente al London Film Festival – non si adagia però mollemente sulle straordinarie performance attoriali offerte dai suoi ispirati protagonisti, Steve CarellTimothée Chalamet; con misurata sapienza, si mantiene equidistante dalle due figure, scongiurando il rischio di far prevalere l’una piuttosto che l’altra.

La storia – vera – è semplice: il giornalista David, interpretato da Carell, deve fare i conti con la dipendenza da droghe del figlio Nic, studente modello che ha il volto di Chalamet. Pur non riservando al pubblico alcun colpo di scena, Beautiful Boy riesce a salvarsi dal rischio di precipitare nella mielosità predicatrice da pubblicità progresso, consentendo allo s...