LONTANO LONTANO, DI GIANNI DI GREGORIO: LA RECENSIONE

È strano e stranamente familiare, intimo e al tempo stesso molle, indifeso e vulnerabile il cinema di Gianni Di Gregorio, come un membro della famiglia a cui non si può che voler bene, come un amico di vecchia data sempre disponibile. Dopo Pranzo di Ferragosto, il suo fulminante esordio, aiutato, supportato, prodotto e coadiuvato da Matteo Garrone (i cui tratti sono ampiamente riconoscibili nel film), ha faticato a replicare quel fascino e quel successo. Ora Lontano Lontano, con questo titolo stucchevole da favoletta, tenta una strada politica sempre dal livello strada, sempre dalla sedia di un bar con un bicchiere di bianco. Inizia così questo film, con l’immagine che era il marchio iconico di Pranzo di Ferragosto.

Stavolta però Gianni si trova in un quartiere buono di Roma e non è il solito derelitto ma un professore in pensione. Ovviamente non naviga nell’oro ma si porta dietro lo charme della cultura classica anche quando si me...