Forse è proprio al racconto di eventi come quello di Dunkirk, visto dal fronte interno, dalle aule della politica, che si presta davvero bene il cinema di Joe Wright, con i suoi personaggi che si battono sempre contro qualcosa di astratto e lontano, con il ticchettio che si confonde nella colonna sonora e crea un tempo incalzante e con la sua cura ossessiva del sonoro. Non è certo un regista dal tratto lieve Wright, che qui fa entrare in scena Churchill con il fuoco del sigaro nel buio come fosse Kurtz di Apocalypse Now!, introdotto dagli elementi distintivi del suo costume (la bombetta) come fosse Indiana Jones. Un eroe. Non nasconde il suo parteggiare, non limita l’enfasi.

Fin dal titolo L’Ora Più Buia dunque non lesina in retorica, né cerca il tratto fine. Ma se davvero servissero ulteriori indizi basta l’inizio, le scene di repertorio in silenzio e poi il boato non della guerra ma del parlamento inglese, con un carrello volante impossibile che sottolinea questa massa di uomini vest...