I titoli di testa e di coda dicono Christian Rivers, tutto il film dice Peter Jackson.

Macchine Mortali è infatti diretto dal professionista dietro a molti storyboard dei film di Jackson, regista di seconda unità sul set di Lo Hobbit, digital artist sempre per Jackson e altri (tra cui Steven Spielberg), eppure è impossibile non riconoscere la grana e la commistione di vero e falso di Jackson, la sua maniera di costruire set molto reali (è impressionante quanto si veda e si senta quel che c’è di non digitale nel film) e unirli benissimo con tutta la parte digitale, la sua passione per il video a frame rate alto da usarsi per alcune incursioni con macchina a mano molto mobile e una serie di obiettivi un po’ deformanti a grandangolo per le scene d’interno della cattedrale (fa molto anni ‘90 come lo facevano le riprese dell’interno di Isengard, la torre di Saruman di Il Signore degli Anelli).

La trama è quella di un futuro remoto in cui il nostro tempo è un ricordo lontano di cui si sa poc...