Per dirlo con la metafora più banale che si possa tirare fuori parlando di un musicista-regista, il film di Ligabue è tutto fuori tempo. Non è stonato, perché i singoli comparti lavorano bene insieme e nonostante in più di un momento si abbia l’impressione di una caduta di stile, non è mai perché la messa in scena non sia calibrata o armonica (altro discorso su quanto poco Ligabue tiri fuori dai singoli professionisti, attori in primis).

Made In Italy è proprio tutto fuori tempo perché non centra mai il ritmo giusto mentre tenta un’operazione difficilissima che proprio del giusto ritmo avrebbe avuto bisogno. Il terzo film di Luciano Ligabue non vuole raccontare una storia lineare e canonica, con i consueti tre atti, un equilibrio che si rompe e una ricomposizione finale, ma fare un ritratto per ellissi di un momento nella vita di un uomo come molti. Non l’eccezionalità di un intreccio interessante ma l’ordinarietà della vita.

Quest’impresa molto complessa nel film non riesce mai ad ave...