I documentari dell’assenza, quelli che raccontano qualcuno o qualcosa tramite la mancanza del soggetto in questione, sono un genere a sé e funzionano tutti per negazione. Non mostrano quello che ci si aspetta, evitano il già visto o già sentito sapendo bene di frustrare lo spettatore, ma riescono così a scartare le banalità e battere nuovi percorsi, evitando agiografie e tutte quelle comfort zone meno stimolanti del documentario. Maradonapoli si iscrive in questo solco nel momento in cui decide di non mostrare nemmeno un secondo di calcio giocato, nemmeno un’immagine nota di Maradona, anzi non mostrando quasi per nulla Maradona, eccezion fatta per un paio di brevi estratti da interviste e qualche immagine in giro per Napoli. In totale meno di due minuti.

È il grande pregio di questo documentario sull’incidenza del calciatore argentino nella cultura popolare napoletana. Sfuggendo ogni luogo comune sportivo e abbracciando invece in pieno il folklore, immergendosi in esso fino a che smett...