Peccato che Maze Runner abbia rinunciato così presto al presupposto su cui sembrava fondato. Già al termine del primo film (dei 3 totali, incluso quest’ultimo capitolo conclusivo) il grande labirinto dentro il quale serve correre per poterlo superare senza essere uccisi da ragni giganti mezzi robot (creature che sembrano concepite a partire da un’inception di una puntata di I Simpson), è archiviato. La trovata dei ragazzi che si risvegliano in un luogo che non riconoscono e in cui devono convivere senza autorità, costruendosi le proprie regole e imparando a vincere il timore del grande labirinto, era nulla più di una premessa, dismessa la quale ci si trova nel classico futuro distopico derelitto.

Come i suoi modelli (Divergent e Hunger Games) anche Maze Runner passa dallo spunto iniziale al racconto di un futuro tra governo e ribelli (con l’aggiunta di qualcosa simile agli zombie), in cui nessuna fazione è affidabile ed entrambe cercano il potere, mentre il protagonista (e qualch...