Che belissssimo.
Non so esattamente perché e non penso neanche di volerlo davvero sapere, ma mi è venuto in mente automaticamente Dave Grohl alle prese con la lingua di Dante, ripensando all’ondata recente di film italiani che – al di fuori dei soliti, rassicuranti confini della commedia – è riuscita a coniugare testa, cuore e anche quelle robe lì… dai, capito no? I soldi, i biglietti staccati, quelle robe indegne che per buona parte dell’intellighenzia sono “passé” come l’eroina nella canzone dei The Dandy Warhols perché l’importante è ergersi ad “artisti” del “Jack&shit”.
Lo Chiamavano Jeeg Robot, Perfetti Sconosciuti, Veloce Come il Vento, la banda di Smetto Quando Voglio e, adesso, Mine, l’opera cinematografica prima dei due Fabios, Guaglione e Resinaro, storia di infiniti spazi geografici e mentali delimitati inevitabilmente da quel piede appoggiato da Mike (Armie Hammer) su una ...
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