L’atto più burtoniano di tutto Miss Peregrine non è il raccontare di tanti piccoli outsider, diversi e speciali in un mondo che ama l’omologazione. Non è nemmeno il tono gotico della magione o il pallore delle ragazze. Nemmeno quel fascino vintage dell’ambientazione anni ‘40 o la maniera in cui i bambini stessi (dai gemelli fino alle ragazzine) sembrano gli spettri di The Others o le presenze inquietanti dei film horror d’ambientazione novecentesca. Il vero atto burtoniano è Eva Green, scelta nonostante la sua Miss Peregrine dovrebbe avere tutta un’altra età. È lei e quella carica sessuale che contrabbanda anche in un ruolo caricato e pupazzesco come questo. Anche con gli occhi ingranditi dal trucco e la dentatura irreale. E questo contrabbandare qualcosa di scomodo nel cinema mainstream, qualcosa di disturbante e fastidioso per il pubblico più educato in un film indirizzato anche a loro è esattamente l’arte nascosta di Tim Burton.

Il vero atto burtoniano è Eva Green, sc...