Si potrà pensare quello che si vuole di Steven Spielberg, ma certo non è un regista banale. Dopo aver realizzato, negli ultimi anni, alcuni dei suoi film più brutti (La guerra dei mondi, Minority Report) o più deludenti (A.I.), se ne esce con un progetto del genere. Avevamo pensato tutti, all’inizio, che un soggetto simile fosse stato scelto per la corsa agli Oscar. Dopo aver visto il film, direi che questo non era l’obiettivo principale. Spielberg infatti limita al massimo i sentimentalismi e le scene ad effetto, con una maturità espressiva a tratti stupefacente, ma che forse va troppo oltre il gusto medio di chi premia i film. Mi riferisco soprattutto alla prima mezz’ora. Ci viene mostrato il sequestro degli atleti, visto soprattutto dal punto di vista dei mezzi di informazione, con un montaggio fantastico tra rapitori, giornalisti e pubblico. In seguito, entriamo nelle riunioni del potere, in cui vengono presentati i diversi punti...