Alla base di Museo c’è un film di rapina, la storia di due ragazzi non molto svegli che per avere un domani migliore ma soprattutto per fare qualcosa della loro vita decidono di rapinare un museo e vendere il frutto della rapina tramite un ricettatore loro amico. Non sono ladri di professione e si vede.
La prima metà del film arriva fino alla fine della rapina, il resto ha a che vedere con quel che accade dopo, quando la merce è in loro possesso, i media non parlano d’altro e bisogna venderla a qualcuno.

Museo ha una vera e autentica perversione per il sonoro. Tutto il sonoro e in primis lo score, fenomenale perché non è quel che ci si aspetterebbe. Museo ha la colonna sonora di un melò hollywoodiano degli anni ‘50 e in certi punti riesce a trasformare la trama in una storia d’amore impossibile tra un uomo e i suoi sogni di grandezza, osteggiata dal mondo circostante (che lo ritiene giustamente un idiota) e dalla società. Ma la vera perversione si attua con i rumori di scena. La loro r...