Su quello che sembra essere il set utilizzato da Denis Villeneuve per Blade Runner 2049, Duncan Jones ha girato Mute. Design del futuro, scelta di colori e luci (quei i toni tra il viola e il blu che dominano molti film recenti) ma anche il mood sono i medesimi, anche se dal look di uno primi personaggi che compaiono in scena, quello di Seyneb Saleh, sembra di capire che l’ispirazione di Duncan Jones siano stati più che altro i fumetti di Enki Bilal (a loro volta un’ispirazione per l’originale Blade Runner, chiudendo un grande cerchio).

E proprio come nei fumetti di Bilal (e i film di Villeneuve e Ridley Scott) anche Mute all’inizio fa un ottimo lavoro nel convincerci che il mondo che sta raccontando è dominato da una forma di romanticismo noir destinato all’infelicità dalla società infame in cui è nato. È lo stesso mondo di Moon, come si vede più di una volta nei notiziari che trattano la storia del clone tornato dalla Luna interpretato da Sam Rockwell.

I problemi del film iniziano qu...