Quando Martina Stella, parlamentare del PD, si presenta sullo stipite della porta della stanza d’hotel del primo ministro 5 stelle (suo amante) in lingerie, parte un sexy sax che dice tutto. Come del resto dice tutto il cappello cilindrico di Biagio Izzo, cameriere avido e impertinente marcatamente napoletano, o il frac del proprietario d’hotel preoccupato e zelante, o ancora il malcelato imbarazzo della cameriera fieramente pugliese che si dice sposata con un pornodivo o ancora l’ampio armadio a diverse ante che campeggia nella camera del primo ministro, pronto ad accogliere moltissime persone.
Siamo nell’ambito della commedia teatrale viennese, quella delle porte che si aprono e si chiudono, del sesso soft molto bramato e ben poco praticato oltre a quello dei continui equivoci che sono tali per i personaggi ma non per gli spettatori.
È un cinema che Enrico Vanzina conosce bene mentre Marco Risi molto meno. Il primo ha scritto Natale a 5 Stelle, il secondo ha sostituito Carlo Vanzina<...
Radicale nel suo essere fedele alle radici novecentesche della commedia cui si ispira, Natale a 5 stelle suona oggi datatissimo
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