Storiaccia ingiusta di malavita coreana, quella di Nak-won-eui-bam (Night in Paradise). La malavita che nei film di Park Hoon-jung si muove nella città, negli aeroporti e negli ospedali con la stessa baldanza dell’aristocrazia imprenditoriale. Come in New World, ci sono gang intere che attendono l’esito dell’operazione del proprio boss sedute fuori dalla sala operatoria, funerali di “famiglia” con tutti gli sgherri e poi i pranzi tutti insieme in trattoria. La malavita è fatta di tanta gente, non sono le famiglie italoamericane contornate di fedelissimi, sono eserciti di gente in giacca e cravatta, sgherri che si muovono a gruppi di 10 armati di coltelli e bastoni (c’è addirittura un inseguimento con mini van per portarli tutti), con a capo 1 o due figure di spicco.

E qui per l’appunto una di queste figure di spicco causa un pandemonio.

Un ragazzo arrembante a cui viene fatta una proposta dalla concorrenza rifiuta. Il giorno dopo muoiono moglie e figlia in un incidente. Difficile sia u...