Uno dei problemi più grossi che l’horror si è visto costretto ad affrontare con il passare degli anni e i balzi avanti della tecnologia è la difficoltà sempre crescente nel giustificare certe situazioni, che si possono riassumere collettivamente in “protagonisti isolati alla società”. Ai tempi di Venerdì 13 era più semplice giustificare come mai i nostri eroi non risolvessero la situazione semplicemente chiamando la polizia: gli smartphone non esistevano e certi contesti (primo fra tutti l’abusatissimo campeggio estivo nei boschi americani) favorivano il racconto di certe storie horror. Non dormire nel bosco stanotte, sbarcato oggi su Netflix (guarda il trailer), è un film del 2020, ed esce quindi in un momento storico nel quale è sempre più difficile trovare un angolo del pianeta dove il telefono non prenda; ma siccome è un film furbo aggira la questione, ambientando il suo massacro in un campo estivo per adolescenti tecnodipendenti in disintossicazione.