Questa volta non c’è una comunità come in Sacro Gra, Fuocoammare e Below Sea Level. Nonostante sia andato di nuovo su una zona di “confine”, stavolta Gianfranco Rosi ha visitato 4 paesi o meglio i territori di confine di questi tre paesi lungo 3 anni (Iraq, Kurdistan, Syria e Libano). Lo spiegano i cartelli iniziali che somigliano a quelli che introducono i film storici americani.

Contrariamente al solito quello con cui Rosi è tornato dalle sue esplorazioni umane sono quasi delle foto. Le riprese che raccontano quei luoghi e le persone che li abitano, quelle lontane dal fronte ma che risentono di quel che accade lì, sembrano stavolta foto in movimento. Rosi ha sempre trovato composizioni clamorose, è sempre stato bravissimo a piazzarsi e centrare il punto di vista giusto per mostrare qualcuno o qualcosa, anche solo un ambiente. Qui però le immagini non hanno storie forti al loro interno, testimoniano qualcosa cercando la maniera visiva di renderla vicina a noi.

L’immaginario di quel Me...