È un peccato che Outlaw King – Il Re Fuorilegge pensi di essere un film d’autore, perché così perde l’occasione di essere un buon film commerciale. Perde tempo cercando un ritmo rallentato, lunghi piani sequenza e una dimensione visiva che lo avvicinino ai grandi esempi recenti di autori alle prese con i grandi spazi medievali, ma in realtà al suo cuore ha la scrittura di Robin Hood – Il Principe dei Ladri (soprattutto la grossolana caratterizzazione delle parti in gioco e i trionfi di melodramma a cui giunge) associata all’impianto naturalista di Braveheart. Potrebbe anzi quasi essere il seguito di Braveheart perché la storia che racconta, quella dei diversi regni di Scozia in guerra con l’Inghilterra, avviene poco dopo quella di William Wallace, apertamente menzionato all’inizio.

Sono passati 20 anni dal film di Mel Gibson, ci sono stati Il Signore degli Anelli e Il Trono di Spade a ritoccare l’estetica di spade e cavalli, re e regine, evidentemente Outlaw King n...