La recensione di Paradise Hills

La cosa più curiosa di tutto Paradise Hills è che sembra uno spin-off di Hunger Games, un’altra storia in quell’universo narrativo. Tutta la sua idea di futuro e in un certo senso di fantascienza è veicolata dai costumi e dalle scenografie e questi hanno una vicinanza impressionante con arredi e abiti di Panem (la capitale di Hunger Games). Se a tutto ciò poi si aggiunge il fatto che il leader della comunità ristretta in cui è prigioniera la protagonista, cioè la Duchessa, la donna che le deve rieducare per essere brave mogli, ha un fare altero e di classe come il presidente Snow e si contorna pure di rose, il parallelo è quasi completo.

In realtà nella trama c’è un po’ di Il prigioniero (la serie britannica anni ‘60) e un po’ di La fabbrica delle mogli (poi rifatto in La donna perfetta), cioè un luogo bizzarro in cui qualcuno viene riprogrammato ad uso e consumo di una società che vuole ingabbiare la donna nel ruolo che ha avuto per secoli anche in temp...