Certo ce ne voleva per fare un film su un’epidemia zombie causata da un virus scappato dai laboratori asiatici, farlo uscire adesso e non rappresentare in alcun modo quel che il mondo ha vissuto negli ultimi 6 mesi. Peninsula, seguito di Train to Busan, è stato pensato e girato prima dello scoppio dell’epidemia, quindi di certo non con il Covid in testa, lo stesso vista la trama la sua visione, adesso, avrebbe potuto contenere idee, considerazioni e rimandi al nostro presente. Invece no. Il film è così insulso e vuoto da non riuscire nemmeno nel più semplice e scontato dei paralleli involontari.

Sulla scia della blanda zombie exploitation arrivata al termine della grande moda degli zombie, partita ad inizio anni 2000, che faceva Train To Busan (con un successo mondiale) Peninsula inventa un sequel in cui la penisola coreana è stata chiusa, nessuno può uscire e nessuno entrare, una gabbia piena di zombie. I pochi che sono riusciti a fuggire vivono ad Hong Kong. In particolare un ex mili...