Quattro vite, la nostra recensione

Quando si intraprende la visione di Quattro vite di Arnaud des Pallières, seguendo l’indicazione del titolo ci si aspetta di vedere quattro personaggi differenti, di vedere scorrere le loro vite nell’attesa (consapevole o meno) che a un certo punto si incontreranno – in un colpo di scena o secondo un intreccio già prevedibile a monte.

E in effetti ci si chiede come la storia di Renée (Adèle Haenel), una insegnante di scuola che riceve una visita da una donna misteriosa che le chiede dei soldi, si intrecci con quella dell’adolescente Sandra (Adèle Exarchopoulos), una ragazza che abbandona la scuola per cercare lavoro e viene introdotta per caso nel mondo delle scommesse dei cavalli. E poi, a seguire, si cerca di capire cosa c’entri la vita turbolenta di Karine (Solène Rigot), una tredicenne inquieta maltrattata dal padre, costantemente ricoperta di lividi, con quelle precedenti e con quella di Kiki (Vega Cuzytek), una bambina dai grandi occhi azzurri ...