I primissimi minuti del film sono emblematici. Dopo un inizio folgorante, con suggestive immagini di Charles che suona, si passa bruscamente ai ricordi della sua infanzia.
Questi cambiamenti di epoca e di luogo avvengono spesso nella prima parte del film e sono uno dei motivi per cui non ero partito favorevolmente nella visione. Il fatto è che, in soli trenta-quaranta minuti, viene messa troppa carne al fuoco. Gli incubi di Ray e il trauma che li ha provocati (ma è una buona scelta quello di rivelarlo abbastanza presto, anche perché francamente non era difficile da capire); gli esordi del musicista e gli incontri che segneranno la sua carriera (ma anche quelli con persone che non rivedrà più, cosa che aggiunge un po’ di confusione al tutto); le prime esperienze con le droghe. Insomma, gli argomenti non mancano di certo, ma si ha l’impressione che tutto vada un po’ troppo di fretta (non è difficile immaginare qualche taglio al ...