Resident Evil: The Final Chapter
di Paul W.S. Anderson
16 febbraio 2017
“Al di là del bene e del male” è un’iperbole molto abusata ma se ha un senso davvero è per la serie di Resident Evil. Uno o due film sono incensabili o criticabili, tutta una serie di film prodotti in questa maniera, con questi standard, quest’atteggiamento e questo successo sono davvero indiscutibili. Sono al di là del bene e del male. Come il whiskey Resident Evil può essere difficile da mandare giù al primo sorso, ma più se ne ha più si entra in linea con quel gusto e se ne sviluppa una passione malata.
Parliamo di quello che forse è il franchise di serie B a maggior budget mai prodotto, uno sforzo produttivo e immaginativo incredibile per una serie di film di incredibile bassezza e ammirabile concentrazione sulla sola azione. Così tanto concreti da aver creato un’estetica e un mood unici da che nascevano estremamente derivativi.
Anche Paul W. S. Anderson che della serie di film è lo “showrunner”, il creatore e l’animatore principale (ma non sempre il regista), non è mai stato così ...
Perfettamente in linea con tutta la serie Resident Evil: The Final Chapter, chiude il franchise con la sua solita mescolanza di alto e basso
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