“La libertà di parola è un lusso”, dice l’incisore Hendrick Goltzius mentre l’epilogo della sua tormentata storia si fa sempre più prossimo. Non siamo nel bel mezzo di una rivoluzione, no. Siamo nientemeno che in Francia, alla fine del Cinquecento, nel bel mezzo dell’ultima fatica cinematografica di Peter Greenaway, Goltzius and the Pelican Company. Più precisamente, alla corte del Margravio d’Alsazia, mecenate delle arti che prende a cuore le sorti di Goltzius e stipula con lui un contratto: finanzierà stampa e pubblicazione di due testi contenenti sue incisioni, l’Antico Testamento e le Metamorfosi di Ovidio, a patto che la Compagnia del Pellicano, di cui l’eclettico pittore è impresario, lo intrattenga per sei sere, ognuna delle quali vedrà messo in scena un episodio dell’Antico Testamento a sfondo erotico. Un patto vantaggioso per entrambe le parti, o almeno così sembra in...