La storia di Philipe Petit è già stata raccontata, benissimo e con successo, da James Marsh nel documentario Man on Wire. Il bisogno di tramandare come nel 1974 si sia arrivati a quell’impresa estrema e poetica di tirare un cavo tra le torri gemelle e camminare sospesi, è stato già ampiamente assolto quando arriva The walk 3D, quindi ciò di cui quella storia necessita non è del racconto ma dell’epica. E Zemeckis è l’uomo giusto. Lui e il suo cinema degli ultimi 15 anni, fatto di ambienti irreali, di digitale spinto ai massimi livelli e di una totale confusione tra ciò che esiste e ciò che non esiste, tra set pratici e virtuali. Dopo tantissima sperimentazione con l’animazione quello che una volta era l’autore di Ritorno al futuro è da qualche anno tornato al cinema dal vero più forte e con idee ancora più radicali.

In The Walk 3D a meravigliare non è solo la possibilità di abusare di digitale al momento di creare la famosa camminata tra le torri gemelle, m...