Sappiamo molto bene che il cinema indipendente americano ama flirtare con il ruffiano, ama cioè guadagnarsi il favore del pubblico accostando lo strano e l’inusuale al tenero, fingendo di raccontare il deviante ne afferma il suo essere in realtà più normale del normale, riportando ogni stranezza nella rassicurante cerchia del noto. Stili e modelli di vita fuori dai canoni guardati con amorevole bonarietà. Non propriamente il massimo dell’onestà intellettuale. Captain Fantastic però è un nuovo standard in materia perchè parte dallo scenario più estremo per convolare al più canonico pretendendo di mantenere il fascino del ribelle.

Matt Ross dalla storia di un padre, 2 figli e 4 figlie tra i 6 e i 20 anni che vivono nella foresta come selvaggi, educati cacciando, esplorando, studiando e facendo festa in un tripudio di scienza e vita a contatto con la natura, arriva al massimo del convenzionale lungo tutto un film che non disdegna di barare come può a furia di umorismo, lacrime...