C’è un che di affascinante nell’idea di fare un nostalgia-movie sul cinema italiano classico, andandolo a raccontare nel periodo del declino, quanto tutti i grandi interpreti erano ormai anziani e tenevano in scacco l’industria più che fomentarla come avevano fatto in passato, quando ancora era istituzionalizzato il ruolo del “negro” (cioè il ghostwriter che scriveva quel che i grandi nomi firmavano). Paolo Virzì, Francesca Archibugi e Francesco Piccolo hanno una evidente e comprensibile ammirazione per la classe di autori che tra gli anni ‘50 e ‘60 ha fondato l’idea moderna di cinema italiano e mostrano anche di non avere verso di loro quella soggezione piccolo borghese verso i mostri sacri che piega tutto sull’ammirazione smodata. Notti Magiche sa vedere il meglio e il peggio di quelle figure, specie in quel momento storico, mostra un atteggiamento affettuoso anche quando mette in luce le asperità. È forse lo spunto migliore possibile per realizzare un film come questo senza finire n...