Roubaix, una luce nell’ombra, la recensione

Già la notizia che Arnaud Desplechin si sia dedicato ad un poliziesco dovrebbe riempire qualsiasi cuore cinefilo di gioia. Perché la capacità fuori dal comune che questo regista ha di scavare, rallentare i tempi senza aumentare la noia e creare personaggi capaci di sviluppare un’empatia pazzesca è materia incendiaria quando associata a trame criminali. Tutta la storia viene da un documentario su un fattaccio di cronaca avvenuto a Roubaix, comune francese in provincia di Lille, ad un passo dal confine con il Belgio. Desplechin vede il documentario e capisce il potenziale per una storia da riraccontare da capo ma con tutte le concessioni della finzione e soprattutto con gli attori.

È infatti quest’ultima componente quella determinante. Roschdy Zem, faccia da polar rovinata e affascinante, durissima e attraente, e Lea Seydoux, bellezza fuori canone resa gonfia e bolsa, ma soprattutto Sara Forestier, meno nota di questi due (ma stava già ne...