Che nella prima parte di questo documentario su Salvatore Ferragamo si vedano più immagini di film che di scarpe, che siano intervistati più critici e storici del cinema che parenti o esperti di moda, è l’indizio più evidente di cosa abbia visto Luca Guadagnino in questa figura. Ferragamo nella primissima parte della sua vita professionale incrocia Hollywood e cresce assieme all’industria, ma questo momento cruciale (per il cinema e per lui) nel documentario è espanso, occupa quasi metà del minutaggio e di certo la totalità dell’eccitazione che traspare. Quando passeremo ad altro, agli anni lontani da Hollywood, tutto tornerà sui binari più consueti della cronaca e dei sentimenti di chi racconta, non più su quelli dell’eccitazione di chi narra.

Ad ogni modo in quella prima parte Luca Guadagnino e Walter Fasano (il suo montatore fin dal primo film e di fatto co-autore, specie nei lavori di montaggio come questo) gettano una base e una luce che illumina tutto il documentario. Ovviamente ...