È un’opera pulitissima Selma. Obbediente, fiduciosa, timorata di Dio e animata da un vento di corretto umorismo utile ad alleggerire i momenti più drammatici e rendere comunque lo svolgimento mai eccessivamente squassante per nessuno. Nonostante racconti della conquista dei diritti civili da parte del movimento capeggiato da Martin Luther King (per la precisione il braccio di ferro con Lyndon Johnson e le marce da Selma a Montgomery per ottenere per legge che il diritto di voto per i neri fosse fatto rispettare), lo stesso il film di Ava DuVernay non intende offendere nessuno, identifica dei nemici talmente universali e spregevoli da far in modo che nessuno (nemmeno chi ancora è animato da strisciante razzismo) si possa identificare. E alla fine assolve anche la politica.

Con Oprah Winfrey a sostenere tutta l’operazione, a produrre e a recitare (in un ruolo ovviamente troppo presente), il film è un’elegia della non violenza, della giustizia e dell’insopprimibile...