Perché Park Chan-Wook è considerato (a ragione) uno dei cineasti più eccitanti in circolazione? I motivi sono diversi. Sicuramente, la sua maniera originalissima di mettere in scena la violenza piace a molti appassionati di film estremi (che ovviamente conoscono a memoria i classici di Takashi Miike). Ma quello che lo differenzia dai vari Tarantino e Rodriguez, per cui la violenza è semplicemente un gioco, è sicuramente il modo in cui affronta queste tematiche. Anche quando è ironico, non si ha mai l’impressione che il regista affronti in maniera infantile un tema così serio, come dimostra il suo capolavoro Old Boy, in cui la vendetta veniva presentata con tutte le conseguenze negative collegate a questo sentimento.
E a proposito dei suoi film precedenti, impossibile non avere un senso di dejà-vu. Come in Simpathy for Mr. Vengeance, anche qui c’è il rapimento di un bambino (che ovviamente porta a conseguenze dra...
Lee Geum-Ja, a diciannove anni, si assume la responsabilità del rapimento e dell’omicidio di un bambino. Ma dietro la sua confessione, si nasconde il vero colpevole. Uscita di prigione dopo 13 anni, la donna ha un solo obiettivo: vendicarsi.
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