Inizia e finisce come Ritorno al Futuro 2 questo secondo capitolo di Smetto Quando Voglio, sottotitolato con pochissima fantasia “Masterclass” (per fortuna è l’unico dettaglio privo di fantasia di tutta la saga). Il film di mezzo della trilogia parte ribadendo il finale del primo (la scena nel parlatorio del carcere) e si chiude con un promo del prossimo. E non è l’unico dettaglio che viene dal film di Zemeckis. L’idea di sequel è infatti esplorare ciò che non ci era stato raccontato: prima cosa accadeva negli uffici della polizia durante i fatti che conosciamo, e poi cosa è successo da quando sono finiti in carcere a quando è nato il bambino di Pietro Zinni (un anno e mezzo). Addirittura vediamo le stesse scene del primo film, riprese da un’altra angolatura, così che svelino altro e uniscano geometricamente le due storie in una storia più grande.

Con un po’ meno di commedia rispetto al precedente (ma tutta compressa in determinati momenti esilaranti) e molta più azione, stavolta la ba...