Ha vinto il premio per la miglior sceneggiatura della sezione Un certain regard di Cannes eppure (nonostante sia molto ben scritto) la forza di Sofia sta tutta nelle immagini e nei dettagli di casting, costumi e recitazione. Opera prima di un vero talento, Meryem Benm’Barek-Aloïsi, 35enne marocchina di formazione francofona, Sofia racconta di un mondo in cui la legge la fanno gli uomini e in cui le donne trovano altri modi per comandare, decidere e controllare il proprio destino anche se nessuno le considera.
Che Meryem Benm’Barek-Aloïsi sia un vero talento è evidente innanzitutto dal fatto che in Sofia non ci sia nemmeno un’inquadratura in più del necessario. Nemmeno quelle introduttive! Il film infatti parte a bomba con una scena in cui vediamo una famiglia dal buon tenore di vita che festeggia a tavola un accordo con un’altra persona: faranno un’azienda agricola, un gran business, tutti sono felici. Intanto in cucina Sofia, la figlia dei padroni di casa, non sta benissim...
Tramite la storia di una donna incinta in un paese che non lo accetta senza matrimonio, Sofia lavora benissimo sugli esseri umani
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