Né odio, né amore. Freddezza. E’ la sensazione maggiore che ho provato durante le due ore e passa dell’ultimo capitolo della saga stellare di George Lucas. Sensazione alla quale il regista ci ha abituato, fin dal suo esordio, L’uomo che fuggì dal futuro. Ma mentre in quel caso si trattava della volontà precisa di esprimere l’angoscia verso un possibile destino (pur con tutti i limiti di quella pellicola), nella nuova saga di Guerre Stellari (e, in parte, anche in quella vecchia) mi sembra che ci sia stato sempre poco interesse ai personaggi portati in scena, a vantaggio del livello tecnico degli effetti speciali.

Facciamo qualche esempio. Yoda è probabilmente il punto più alto mai raggiunto da un personaggio in CGI. Siamo su livelli probabilmente superiori a quelli di Gollum. Ma è così importante, se consideriamo che la creatura de Il Signore degli Anelli è capace di sconvolgere lo spettatore e di pr...