“Sei credente?” “Sono sperante.” Strappa più di un sorriso il rigoroso Sulla Mia Pelle di Alessio Cremonini, primo film presentato nella sezione Orizzonti di questo settantacinquesimo Festival di Venezia. E dire che, sulla carta, la vicenda di Stefano Cucchi ha poco o nulla su cui scherzare: a nove anni dal decesso del giovane romano, la responsabilità della sua morte resta ancora sospesa in un’inquietante incertezza, come rimarcato dalla conclusione del film di Cremonini.

Il primo, essenziale merito di Sulla Mia Pelle prescinde, tuttavia, dalla veridicità della storia narrata: l’oggetto filmico presentato di fronte allo sguardo dello spettatore ha una forza drammatica interna che lo rende valido come prodotto artistico prima ancora che come – eventuale – manifesto di denuncia di una giustizia fallace e palesemente inadeguata rispetto al ruolo protettore che dovrebbe ricoprire nei confronti del cittadino.

Affidando la parabola di discesa ...