Non c’è da meravigliarsi se quel che di buono Tau riesce a fare lo fa attraverso il design e le scenografie. Federico D’Alessandro, il regista di questo film originale Netflix, è uno scenografo di serie A (ha lavorato a buona parte dei film Marvel e ad altre chicche come Nel Paese Delle Creature Selvagge), qui al suo esordio nel lungo. La struttura dell’horror domestico, per giunta fantascientifico, è quindi perfetta per lui che nell’immaginazione degli spazi ha la sua abilità principale. In una casa futurissima, una donna è imprigionata, assieme ad altre persone, da uno scienziato aguzzino e dal suo sistema domotico, un’intelligenza artificiale chiamata Tau.
La ragione per cui sono imprigionati con la forza (una violenza molto moderata e ahimè fuoricampo) sono però dettagli marginali, il film è più interessato a mettere in pericolo la protagonista inizialmente e farla dialogare poi con Tau. Dopo una partenza con buona azione infatti il film tradisce i suoi presupposti e diventa un con...
Troppo determinato a prendere la strada che meno è capace di percorrere, Tau è un'occasione persa
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