Peter Strickland è sicuramente uno dei registi più affermati del Concorso del Torino Film Fest 2014. Non è un caso che sia l’unico autore in competizione arrivato al terzo lungometraggio. In Inghilterra è già un cocco dell’ambiente arthouse e in Europa è già un cineasta pienamente riconosciuto grazie ai precedenti Katalyn Varga (2009) e Barberian Sound Studio (2012).
E’ un autore feticista ossessionato dal suono e dalle citazioni del cinema del passato.

Con The Duke of Burgundy supponiamo che il nostro Peter si sia divertito un mondo per via della citazione e destrutturazione del cinema lesbo soft core di Jess Franco e Jean Rollin passando per le strane commedie grottesche sadomaso di Pete Walker.

In un’Europa non identificata e soprattutto completamente priva di uomini (non ne vedremo nemmeno uno per tutta la pellicola!), due donne vivono insieme in una splendida villa letteralmente ricoperta di fiori e piante immersa in una campagna idilliaca che più astratta ...