I capi di stato vivono vite impossibili in cui privato e pubblico sono sempre sul bilico di tracimarsi addosso e il più piccolo problema nell’uno può diventare una valanga nell’altro. Vite, famiglie, accordi, fregature, summit, giudizi, pazzie, malattie, dottori e anche guidare una macchina da sé, tutto è ridefinito dalla posizione che occupano. Da La Cordillera si esce con una strana forma di empatia per figure che solitamente nei film sono i villain, sono i corrotti e sono i meno stimabili. Non che il film di Santiago Mitre faccia un bel ritratto della politica internazionale, anzi, ma inevitabilmente mette il suo primo ministro argentino al centro di così tanti eventi e trame da generare un’empatia strana, in un film dotato della stessa voglia di spiegare i suoi eventi di quelli di Haneke (pochissima).

Il cuore di La Cordillera è il summit cui partecipano i presidenti di tutti gli stati del Sudamerica, l’obiettivo è decidere la formazione di un’associazione tra nazioni per gestire i...