Con una fedeltà impressionante al proprio titolo, Revenge è esattamente quel che il suo genere dice: rape&revenge. Ma nel seguire diligentemente la scansione degli eventi promessa e la trasformazione della protagonista che deve necessariamente accompagnarli, realizza il vero senso del femminismo al cinema attraverso il sangue: non rappresentare donne di tipologie diverse o con caratteri diversi dal solito, ma rappresentare il processo di presa di coscienza di un cambio di ruolo per il femminile nei confronti del maschile.

Con un manicheismo quasi indispensabile nella prima parte, l’esordiente Coralie Fargeat introduce i 4 personaggi base: 3 maschi a diverso grado di istinto predatore e una donna, Matilda Lutz, completamente oggettificata, corpo sessuale senza nessuna personalità, a suo agio con l’etichetta che il film e gli altri le danno, impermeabile ad ogni complessità. La violenza che scatena il film la cambia e tramite il dolore e una quantità impressionante e irreale di...