Spesso i film hanno un’idea che si spendono nel titolo e nel trailer e poi muoiono, affogano, arrancano e iniziano a desiderare ardentemente di finire già a metà, trascinandosi tra tristi espedienti e squallidi mezzucci per aumentare il minutaggio a discapito della pazienza di chi guarda.
Juliet, Naked è l’esatto contrario, in esso ci sono almeno tre idee fenomenali che avrebbero retto altrettanti film fino alla fine, una sola delle quali usata per la promozione, che nel film si intreccia alle altre al servizio di una storia che solo alla fine, magnificamente, scopriamo non essere una di conquista d’amore (come sembrerebbe dal tono) ma una di conquista di autonomia sentimentale.

Quello iniziale è il migliore dei tre spunti non solo per intreccio (un fan appassionato di un musicista scomparso dalla vita mediatica gestisce un blog di maniaci ossessionati da notizie più o meno false su di lui, la sua ragazza subisce passivamente fino a che, con rabbia repressa e livore per problemi di cop...