Ci vuole moltissimo tempo per iniziare a godere del meglio di Unthinkable. Bisogna aspettare che abbia disteso tutta la risibile storia del tenero Alex e del suo dramma familiare, introverso con padre manesco e madre in fuga, afflitto egli stesso da un conflitto che nessuno capisce e gli impedisce di fare passi avanti con la dolce ragazza del fiordo accanto. Bisogna aspettare che dopo il salto temporale ci sia mostrato cosa siano diventati i personaggi (lui un adulto di successo ma problematico) e che ci sia a quel punto anche presentato l’establishment svedese. A quel punto finalmente sì può iniziare ad avere un po’ di azione, l’unica parte sensata del film.

Se Unthinkable non avesse un’azione così ben diretta sarebbe davvero un disastro da deridere, invece un pugno di sequenzone appassionanti che ritraggono un paese allo sfascio, sotto attacco da non si riesce a capire cosa, creano la tensione che l’intreccio fa di tutto per smorzare. La gente sembra impazzire, ci sono dei soldati ch...