The Book of Vision, il film diretto da Carlo S. Hintermann che ha aperto la 35. edizione della Settimana della Critica alla 77. Mostra del Cinema di Venezia, possiede uno spunto e un approccio visivo affascinanti che, pur potendo contare sulla presenza nel cast del sempre convincente Charles Dance e di un nome prestigioso come Terrence Malick nel team dei produttori, non è del tutto all’altezza delle aspettative.

L’opera si sviluppa su due dimensioni temporali diverse: nel presente Eva (Lotte Verbeek) è alle prese con scelte difficili nella propria vita privata e con una ricerca che l’ha portata a studiare medicina, in particolare cercando di scoprire i segreti di un libro scritto dal Dottor Anmuth (Charles Dance) nella Prussia del Settecento. Tra amori, presenze soprannaturali, “streghe” e una natura violata, la vita e la morte si intrecciano conducendo a un finale catartico e piuttosto prevedibile.

La co-produzione internazionale messa a servizio della v...