The Disaster Artist è un film insincero. E, cosa peggiore, è un film insincero che parla di cinema, cioè del mezzo con cui si esprime, risultando quindi anche interessato e autoreferenziale.

Che non sia sincero è subito chiaro dalle dichiarazioni esagerate di un buon numero di attori noti nella parte di se stessi che aprono il film. Raccontano in poche parole il fenomeno The Room, film del 2003 salito in poco alla ribalta come il più brutto di sempre (affermazione così paradossale da smentirsi da sola in poco) e diventato fenomeno di costume grazie ad un paradossale successo (non economico) venuto proprio per la sua bruttezza. Nella loro esaltazione e nel loro descrivere la parte più affascinante di quel film (non è chiaro come fu fatto, con quali capitali, né quanti anni avesse l’autore e attore o da dove venga davvero), si percepisce la medesima artificiosità che si ritroverà nel resto del film, il medesimo desiderio di salire sul carro di una moda.