The Happy Prince
di Rupert Everett
12 aprile 2018
La parte più sofisticata di The Happy Prince (il primo film da regista per Rupert Everett) è la fotografia. Oscar Wilde vive in un mondo plumbeo fatto di nebbia, poco sole e un grigiore continuo, creato ad arte con un fortissimo gusto estetico. Un mondo in cui ogni raggio di sole che si manifesta pretende di essere un verso di una poesia ma purtroppo, al pari di tutto ciò che pretende di essere poetico assecondando la nostra idea preconcetta di esso, non lo è.
Questo film compiaciutissimo e autocommiserevole non ha tanto il fine di raccontare una storia ma più quello affiancare momenti più o meno miseri dell’ultima parte della vita di Oscar Wilde, per mostrare la punizione che ha dovuto subire (e che subivano allo stesso modo molti altri) per essere stato anticonvenzionale ed edonista come ci viene tramandato. Ne abbiamo sempre sentito raccontare il lato spavaldo, anticonformista e di successo, per la prima volta vediamo cosa tutto questo ha comportato.
Era lo spunto migliore per affro...
Buttato via appresso ad un'assurda e velleitaria voglia di poesi a tutti i costi, The Happy Prince aveva le carte in regola per essere un buon film
È necessario attenersi alla netiquette, alla community infatti si richiede l’automoderazione: non sono ammessi insulti, commenti off topic, flame. Si prega di segnalare i commenti che violano la netiquette, BAD si riserva di intervenire con la cancellazione o il ban definitivo.