Sono due le sorprese guardando The New Mutants.

La prima è che il film, o quello che ne resta dopo i continui rimaneggiamenti e la travagliata storia produttiva, è più ambizioso di quello che eravamo portati a credere. Il lungometraggio di Josh Boone è (era) chiaramente un primo capitolo di un progetto più ampio destinato a legarsi con la grande mitologia dei mutanti Marvel. Soprattutto s’intravede la soffocata ambizione di rilanciare un intero franchise con volti nuovi e giovani e un budget contenuto. 

La seconda sorpresa è che l’idea di un film dedicato agli X-Men meno conosciuti e virato dal punto di vista dei giovani alla scoperta della propria mutazione, dove i poteri diventano oggetto di terrore e l’essere eroi solo una lontana ambizione, aveva perfettamente senso. Per lo meno nel concept iniziale del regista. Dove la componente anni ’80, presa da una trama di detenzione alla Breakfast Club si mischiava alla potenza metaforica dell’orrore. Crescere fa paura, ved...