In apertura di un’edizione del Festival di Venezia non scevra da polemiche sulla scia del movimento MeToo, la presenza di un film come The Perfect Candidate della cineasta saudita Haifaa Al Mansour (Mary Shelley, La Bicicletta Verde) spicca con la brillante sagacia di una strizzata d’occhio. Al centro della commedia drammatica troviamo Maryam (Mila Al Zahrani), una giovane dottoressa che ogni giorno si trova costretta a percorrere una strada fangosa per raggiungere l’ospedale dove lavora.

Come già avvenuto due anni fa con L’Insulto di Ziad Doueiri, un caso quasi privato assurge ben presto a questione politica, ponendo la ragazza quasi per caso nella posizione di candidata al Consiglio Municipale. È con occhio bonariamente divertito che seguiamo le peripezie di Maryam, vessata in realtà da una burocrazia che è atroce specchio di un retrogrado maschilismo di stato.

Girato interamente a Riyadh, il film di Al Mansour non ha – a dispetto delle apparenze –...