C’è un fascino quasi esotico nelle immagini della pressa che manda in stampa i giornali di carta in The Post. Il momento in cui le notizie vengono messe finalmente sulla carta dopo tanto discutere è fatto di dettagli di viti, macchinari oliati, vasche di inchiostro e una grande massa di carta spostata, di caratteri mobili composti a mano e finalmente impressi. I film sul giornalismo sono stati tantissimi ma solo oggi ha un senso tale concentrarsi sul momento della stampa propriamente detto. Perché Spielberg mostra il giornale di carta prendere forma ma in realtà intende il cinema in pellicola. È quel mondo lì in cui i contenuti erano su un supporto analogico finito, costoso, limitato e quindi prezioso. In un film che parla d’altro, di libertà, di coraggio e soprattutto di indipendenza (di una compagnia, della stampa e delle donne), c’è questo momento di amore per i grandi macchinari dietro il quale si intravede l’amore per i materiali del cinema di ieri.
Arriva alla fine, l’atto della ...