Il cinema di genere è il nuovo cinema d’autore.

E per esserlo è dovuto diventare sempre più di genere, insistere sulle componenti base, sul piacere di pancia, il sangue (se il genere lo prevede), i mostri (se previsti) o la commozione (se prevista). Non c’è niente di più libero e audace, oggi, di fare un film di genere con aspirazioni alte. Steven Kostanski e Jeremy Gillespie sembrano voler contraddire tutte queste affermazioni con The Void, film che recupera tutto il recuperabile, usa moltissimi effetti pratici, bava e sostanze repellenti per dar vita ai propri mostri come se fossimo ad inizio anni ‘80, che abusa di arti staccati, sangue e deformazioni, che prova un gran piacere a lavorare sul sound design per rendere la sensazione della pelle che si slabra o il cranio che esplode.

E tutto senza speculazioni intellettuali dietro.

Purtroppo però non c’è nemmeno un po’ di sostanza autoironica a sostenere l’impresa, è una lunga e terribile avventura in un ospedale in cui degli occultisti...