È all’interno della recente revisione della frontiera americana nella sua dimensione storica – vista ora nei suoi aspetti sociali più che mitopoietici – che si inserisce anche The World to Come, secondo film diretto da Mona Fastvold, la quale però stavolta si affida a una sceneggiatura non sua ma di Jim Shepard e Ron Hansen (quest’ultimo è infatti lo sceneggiatore di L’assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford di Andrew Dominik, che lavorando invece proprio sul genere decostruiva la leggenda del bandito). Ma ora, oltre al realismo storico, si aggiunge anche un discorso che è sempre stato lasciato in disparte: ovvero le conseguenze del pionierismo sulla figura femminile, che Mona Fastvold restituisce con grande intelligenza attraverso la dimensione più intima e privata.

Siamo nel Midwest, è il 1856 e Abigail (Katherine Waterston) e suo marito Dyer (Casey Affleck) conducono una vita semplice nella loro fattoria isolata dal mondo, che quasi sembra stare fuori da ogni cart...